IL SUONO DELLA BANDA, IL PARCO E LE TRADIZIONI DELLA FESTA DI S. CRISPINO
Nel borgo di Porana di Pizzale si è svolta la sagra patronale, con la processione con la reliquia del Santo, Vescovo di Pavia
Dopo diversi rinvii per maltempo la Festa di S. Crispino a Porana di Pizzale si è svolta in un pomeriggio autunnale contrassegnato da musica, natura e tradizioni. Tornare nel borgo, passeggiare nel parco di Villa Meroni, con le visite guidate del prof. Maurizio Merlo dell’istituto Gallini di Voghera, scoprire come vivevano i nostri avi nelle stanze del museo contadino ricostruito presso la sala canonica… il tutto condito dalla musica popolare del Corpo Bandistico S. Carlo di Cassinetta di Lugagnano (MI): ecco gli ingredienti della giornata organizzata dai volontari di Associazione Porana Eventi tra presente e passato. In apertura la processione con la reliquia di S. Crispino, partita dalla Chiesetta neogotica e proseguita nel parco, piantumato con ippocastani e querce ed un giardino all’italiana. Poi il ritrovo sul sagrato per la benedizione impartita da Don Barnaba, a cui ha fatto seguito il saluto da parte del sindaco di Pizzale (e della frazione Porana) Gaetano De Angelis, prima dell’esecuzione dell’Inno di Mameli e dell’Inno alla gioia (Europeo).
Il primo cittadino ha voluto sottolineare l’importanza della nascita di un gruppo di Protezione Civile sul territorio, per poter garantire tutti quei servizi utili alla cittadinanza sia nel corso di eventi e sagre, sia per far fronte alle calamità che si dovessero presentare, facendo squadra anche con i gruppi dei vicini Comuni. A seguire ecco l’assegnazione delle Benemerenze di S. Crispino, a tutti quei cittadini che si sono particolarmente distinti durante l’anno per azioni meritevoli sul territorio o al servizio del prossimo. Sono state assegnate benemerenze alla memoria di Suor Victoire Olympio (recentemente scomparsa, fondatrice del Centro di Accoglienza Maison de Bethanie in Togo, per la promozione dei diritti dei bambini orfani, malati e indifesi, assicurando loro cibo, una casa e l’istruzione) e alla memoria di Don Alfredo Ferrari (missionario originario di Oliva Gessi, con una vita dedicata al popolo africano, prima in Burundi e poi in Togo, dove si è fatto promotore della costruzione di un Centro nutrizionale per bambini bisognosi di cure, con le loro mamme, costruito grazie alla onlus S.O.S. Ospedale Bukavu, nata 20 anni fa a Lungavilla). Altre due benemerenze sono andate a Fabrizio Rossi (volontario della parrocchia di Porana, entrato chierichetto negli anni 70 ed oggi sacrestano durante le funzioni religiose) e a Michela Montagnoli, presidente di V.O.S. Voghera Oltrepo Solidale, nata negli anni della pandemia per venire incontro alle esigenze sempre più crescenti delle famiglie del comprensorio di Voghera, garantendo cibo, vestiti e tanti servizi per sbrigare le pratiche quotidiane.
La stessa Michela Montagnoli è poi risultata vincitrice del primo premio di poesia “Il Sabato del Villaggio”, con il componimento “Ritorno al paese”. La sezione in vernacolo se la è aggiudicata Piera Zucchella, di Pinarolo Po, con “Risveli” (Risvegli). Menzioni speciali alla memoria della poetessa Rosa Mazzoleni per Christian Testa (Villanterio) con “Pulentat”, alla memoria dell’artista lomellino Pietro Emilio Franchioli per Alessandro Paola (Voghera) con “Profumi di casa”, alla memoria del violinista cantastorie Raffaele Nobile per Patrizio Gandini (Porana) con “La siura Malia”, alla memoria del restauratore ed esperto d’arte Pio Marcato per Angela Pintus (S. Martino Siccomario) con “I luoghi del cuore”, alla memoria delle volontarie e segretarie di Porana Eventi Fabrizia Bertolino e Maria Elisa Fontana Bianchi per Laura Agnetti (Voghera) con “Alla mia amata terra” e per Marilena Forlino (Casatisma) con “La tristezza”. Non poteva mancare anche la premiazione delle torte delle casalinghe del borgo, molto apprezzate, ai sapori tradizionali d’autunno, dunque mele, zucche e castagne: riconoscimenti per Olga Palovna, Rita Ferri, Aurelia Cipoloni, Gasparina Nembrini.
Il pomeriggio nel borgo è proseguito con il concerto del Corpo Bandistico S. Carlo di Cassinetta di Lugagnano, che ha compiuto un secolo di vita, oggi diretto dal maestro Massimo Oldani è una delle bande italiane più giovani, legato alle tradizioni del piccolo paese, pur evolvendosi al passo con i tempi. Sono state eseguite diverse marce, che hanno portato allegria e tanti applausi.
Foto e video della giornata sul sito poranaeventi.it, su pagina Facebook ed Instagram.
ECCO I TESTI DELLE POESIE VINCITRICI
SEZIONE IN LINGUA: RITORNO AL PAESE (Michela Montagnoli – Voghera)
Trema un sospiro
in questa mia celeste sera,
una rama gemmata
scuote l’antica memoria.
Gelsomini notturni
sospesi in un soffio
milizie di rose
grevi di miele
peschi dorati
dalle chiome di rame
un curvar di mele
su di anime fresche
giunchi e fauni riversi
sul verde incanto di viole
fervore di grano maturo
e aulenti albaspine.
Dimentico così l’antico calvario
e l’infinito gioco dell’umana decadenza
e con spire d’incenso
e pioggia di violazzurre
in me coltivo l’aurora.
E’ questo il mio abbraccio
all’eterna giovinezza.
SEZIONE IN VERNACOLO: RISVELI (RISVEGLI) (Piera Zucchella – Pinarolo Po)
RISVELI
Sponta l’alba, al ciel negar as fà gris,
in distansa un rintùc ad campan
al risveglia ‘l pais.
Dala “notte dei tempi” as ripeta l’antic ritüal;
l’ombra negra dla nöt c’as ritira
col cànto dal gàl
e l’alba, sincera e impietuša la ripòrta ala lüš,
tüt un mond ad misteri e cuntràst,
d’asion bon e ad suprüs.
Ti at ringràsi ‘l Signur pr’al risveli
ac l’è sempr’ un rigàl
e at prepàr ad afruntà la giurnà
sia in tal be che in tal màl
e ta sper da mantegn col tò pròsim
di rapòrt armuniuš,
che i tò dì i pàsan nò inütilment,
che ‘l tò cör al sia in pàš.
TRADUZIONE: RISVEGLIO
Spunta l’alba, il cielo nero si fa grigio,
in lontananza un rintocco di campane
risveglia il paese.
Dalla “notte dei tempi” si ripete l’antico rituale;
l’ombra nera della notte che si ritira
col canto del gallo
e l’alba, sincera e impietosa riporta alla luce,
tutto un mondo di misteri e contrasti,
di buone azioni e soprusi.
Tu ringrazi il Signore per il risveglio
che è sempre un regalo
e ti prepari ad affrontare la giornata
nel bene e nel male
e speri di mantenere col tuo prossimo
un rapporto armonioso,
che le tue giornate non passino inutilmente,
che il tuo cuore sia in pace.
MENZIONE ALLA MEMORIA DEL VIOLINISTA CANTASTORIE RAFFAELE NOBILE PER IL PORANESE PATRIZIO GANDINI CON “LA SCIURA MALIA” (La signora Amalia):
LA SIÜRA MALIA LA SIGNORA AMALIA
La siüra Malia La signora Amalia
la steva anca le a Purana, abitava anche lei a Porana,
anca le davanti a cà mia anche lei davanti a casa mia
e l’èra una brava dona ed era una brava donna
me tütt la sö famiglia. come tutta la sua famiglia.
Ma nüm fiö quand Ma noi ragazzi quando
la vadevam partì cul so padlot la vedevamo partire col suo pentolino
scapevam tütt in cà scappavamo tutti in casa
cun la pagura che as gneva a truvà. con la paura che ci venisse a trovare.
Le l’andeva in gir a fa i puntur, Lei andava in giro a fare le punture,
e quand la riveva in cà dal malcapità e quando arrivava in casa del malcapitato
apriti cielo e via a scapà. apriti cielo e via a scappare.
Äm ricord no parchè ma ogni tant Non mi ricordo perché ma ogni tanto
anca mëi am gneva a truvà. veniva a trovare anche me.
J’èran mumënt ad terür Erano momenti di terrore
quand la tireva föra cul siringon là. quando tirava fuori quel siringone là.
Pö agh deva un barlik Poi ci dava un barlik
e intant che la masageva e mentre massaggiava
la zeva cla fras là: diceva quella frase là:
«Sta mol se no at fö mal!» «Stai molle sennò ti faccio male!»
Ma ormai al sangu al circuleva pù Ma ormai il sangue non circolava più
la pagüra la meva blucà la paura mi aveva bloccato
e dür me al mür s’èr diventà. e duro come il muro ero diventato.
J’èn mument dificil da dasmintià Sono momenti difficili da dimenticare
ampar da sintì uncura chi scanòn là. mi sembra di sentire ancora l’ago entrare.
Tüt i völt vuleva scapà Tutte le volte volevo scappare
ma gh’ëva i calsön ŝü ma avevo i pantaloni giù
e la siringa in ti ciäp piantà. e la siringa piantata nel sedere.
Patrizio Gandini